Villa in vendita, Via Andrea Palladio 6, Gorizia

Descrizione

A due passi dal centro di Gorizia e dal confine Sloveno, vi portiamo alla scoperta della storica Villa Ceconi Loser Pellizon.

Immersa in un parco piantumato di circa due ettari, con oltre 3.200 metri quadrati disposti su 4 livelli, suddivisi in locali di varie metrature e oltre 20 servizi igienici, questa splendida villa è adatta sia ad uso residenziale sia per essere riqualificata e utilizzata da chi ha in mente progetti più ambiziosi come strutture ricettive, residenza per anziani o studenti oppure struttura di accoglienza.

Al momento l'immobile è accatastato in categoria B1: convitti, collegi, ospizi.

Un po' di storia!

Le origini risalgono al 1855 quando la famiglia Sellier, di origine triestina, dà inizio alla costruzione di una villa dominicale. Alla morte dell’ultimo discendente la proprietà venne acquistata da Giacomo Ceconi nel 1884 che la ristruttura per abitarla assieme ai figli, che la trasformarono in un luogo di feste e divertimenti.

La prima guerra mondiale causò ingenti danni all’edificio, in gran parte demolito. Una bomba distrusse le statue che ornavano le balaustre delle torrette e il lato destro della villa. I bombardamenti danneggiarono notevolmente anche il convento delle Madri Orsoline che, con la mediazione di Max Fabiani, acquistarono la residenza nobiliare nel 1921. Il manufatto venne ristrutturato, sopraelevato di un piano e affiancato dall’istituto con ingresso in via Palladio. Internamente gli spazi furono completamente riorganizzati per far posto ad aule studio e al refettorio e la villa venne chiamata “collegio di Sant’Angela Merici”.

Durante la seconda guerra mondiale l’edificio e il parco furono occupati in parte dalle truppe tedesche, che li adibirono a ospedale da campo, e successivamente dai soldati americani. I danni causati dai combattimenti non furono gravi e dopo la guerra la villa venne riutilizzata come educandato. Nel 1990 la scuola fu totalmente trasferita nell’edificio adiacente e la residenza dominicale venne trasformata internamente per ospitare gli uffici dell’ERSA fino al 2006.



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